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CROOKIE X NIKE DUNK

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Client

NIKE SPORTWEAR 

Production & Creative Direction

STUDIO MULIERIS

Talent

CROOKIE

Photography by

CLAUDIA FERRI

Video by

FRANCESCA BATTAGLIA

Executive Producer

GIUSEPPE SARCINA

Assistant Producer

ARIANNA ANGELINI

Fashion Coordinator 

VITTORIA SANTARELLI

Copywriter

FRANCESCA QUAGLIA

Make up

GIULIA BALSAMINI

Hair

SARA VALENTINI

Crookie is a lot of different things, it is a project, a safe space, a collective but first and foremost Crookie is a group of friends who found each other because of crochet and decided to stick together because of the energy and the values they share. Pepe, Barbie, Martina ed Elena created an imaginary space in which they can feel at ease sharing their ideas and creativity. They love playing with different techniques and creativity. They express themselves by giving form to their eclecticism without limitation and boundaries. Crookie’s greatest feature, they say, is its openness to interconnection. You can easily hear the founders talking about how grateful they are about working in a team and how much strength and courage the group gives them. Interconnection created a giant human being made of the four of them and it will forever be stronger than just one single individual. Four is better than one! 

Ciao Crookie, scrivo questa intervista dopo avervi conosciuto velocemente su Teams qualche giorno fa. Sono rimasta colpita dall’energia che mi avete trasmesso, mi avete fatta sentire immediatamente a mio agio e desiderosa di conoscere meglio la vostra realtà. Come vi piace definire quello che fate e chi siete?

 

Crookie è composto da quattro giovani personalità dislocate tra Bologna e Milano. Pepe, Barbie, Martina ed Elena, ragazze tra i 21 e i 25 anni, con background diversi che spaziano dal Product Design, al cinema, media e comunicazione e studi umanistici, accomunate dalla passione per le arti tessili e, nello specifico, per la maglieria e l'uncinetto. Ci piace definire Crookie come un “progetto” o un “luogo” condiviso tra “creator” e destinato a chiunque. Crookie aderisce e cerca di incentivare lo slow fashion attraverso il lavoro manuale e proponendo una visione più fluida nello stile del vestiario. Il capo diventa un mezzo per parlare si sé, per piacersi e per mostrare la diversità di cui il mondo è pieno. Ogni pezzo è unico nel suo genere: per la sua forma e per il senso che il creator* dà al suo lavoro. 

 

Mi avete raccontato che gestite il vostro progetto da due città diverse, Bologna e Milano. Queste città c’entrano qualcosa con l’identità di Crookie o preferite non riservargli nessuna provenienza? 

 

Preferiamo non riservargli nessuna provenienza specifica in quanto per noi Crookie rappresenta anche un luogo di immaginazione dove la nostra creatività genera forme ed immagini in cui M** Crookie vive. Crookie infatti è un essere antropomorfo senza genere né specifica identità, un manifesto con cui chiunque può identificarsi. Probabilmente ci piace l’idea del Made in Italy, ma ci piace anche non avere un luogo preciso di provenienza. 

 

Spesso si pensa che lavorare in gruppo, o comunque in più di una persona, possa essere visto come un ostacolo perché “se vuoi fare le cose come vuoi tu, tanto vale che tu le faccia da sol*”. Durante la nostra conversazione mi sono accorta di quanto spesso abbiate sottolineato il concetto di gruppo e che fare parte di un team sia benzina per la vostra creatività, coraggio e vulnerabilità. L’interconnessione vince sull’individualismo? 

 

Senza alcun dubbio. L’individualismo può rendere alcune scelte più semplici e veloci ma non prevede scambio, arricchimento diretto e dibattito: tre degli elementi fondamentali per la crescita personale. Il modo in cui percepiamo e viviamo il gruppo è la parte più potente di Crookie, è ciò che ci lega e che spazza via tutti i dubbi facendo leva sulle nostre differenze che riescono sempre a completare le imperfezioni l’una dell’altra. L’interconnessione è come se generasse un enorme essere umano fatto di quattro singoli e sarà sempre più forte del singolo. Four is better than one!

Ho subito notato le vostre diverse personalità che però, come l’insieme dei colori che utilizzate nelle vostre creazioni, riescono a coesistere all’interno dello stesso progetto. Come riuscite a sfruttare le vostre differenze per dirigervi nella stessa direzione? 

 

La forte base di partenza che ci unisce rende estremamente facile procedere l’una a fianco all’altra. Sappiamo come muoverci insieme e singolarmente in base alle situazioni, generando una danza supportata dalla forte passione e dalla forte sensibilità che ognuna di noi ha verso il prossimo e verso il mondo. Questi elementi “primordiali”, quelli che ti fanno capire chi hai davanti ascoltando le sensazioni di pancia, ci permettono di avere una fiducia totale l’una dell’altra, consapevoli che nessuna farà mai qualcosa a discapito di Crookie. Tutto il resto è solo continua sperimentazione, ricerca ed entusiasmo.

 

Maestre del crochet o della creatività? Quale abilità vince nelle vostre creazioni? 

 

L’equilibrio è ciò che ci governa come gruppo e ciò che cerchiamo individualmente. Quindi direi che cerchiamo di unire tecnica e creatività senza darci limiti né pressioni di obiettivi troppo lontani dal nostro naturale approccio. Certi pezzi spiccano per l’estrema creatività anche se tecnicamente molto semplici, certi altri si concentrano invece sulla complessità della tecnica, tralasciando guizzi artistici o combinazioni interessanti di colore. Ciò che è importante è riuscire a portare la propria personalità dentro ogni pezzo esaltando le diversità e rendendo unico ogni processo creativo.

Spontaneità, naturalezza e ingenuità, quella bella. Questi sono i tre aggettivi che ho scritto nell’agenda dopo avervi incontrate. È questo il modo in cui Crookie vi fa sentire? So che per questa intervista state lavorando a una frase manifesto da, come dite voi in gergo, crochettare su un grande telo. A cosa avete pensato? 

 

Grazie allo spunto che ci è stato dato dal team di Mulieris abbiamo deciso di realizzare un pezzo d’arte che unisse tutte noi, le nostre energie, i nostri valori e che potesse essere devoluto ad una causa importante. Abbiamo pensato, quindi, al festival di Yarn Bombing, un evento internazionale di uncinetto in zona Lambrate a Milano. Possono partecipare gli artisti e gli uncinettisti di tutto il mondo inviando le proprie opere, che verranno poi esposte in zona rendendo i tre giorni di evento una possibilità di vedere l’uncinetto come una forma artistica. Le opere vengono vendute e il ricavato va in beneficenza, quest’anno, ad esempio, il netto delle opere vendute verrà devoluto ad un’associazione per bambini. Noi abbiamo partecipato perché abbiamo pensato che al di là della produzione di vestiti che facciamo solitamente, volevamo fare qualcosa di artistico e sentirci parte di questa comunità mondiale in cui poterci esprimere in maniera diversa. Per questo progetto abbiamo pensato a qualcosa che unisse tutte e quattro insieme. Abbiamo realizzato un patchwork con vestiti riciclati prendendo diversi maglioni, magliette di diverso colore che facessero da base al nostro manifesto. Abbiamo cucito il tutto scrivendoci poi sopra la nostra frase. Lo abbiamo creato insieme durante un’intera giornata, dandoci forza a vicenda per terminarlo. La cosa divertente è che, alla fine, abbiamo ornato il rettangolo prendendo un pezzettino ognuna, quattro lati personalizzati, rendendo l’opera ancora più personale e ancora più immagine di collettività perché in questo pezzo si tange davvero quanto le nostre differenze ci uniscono.

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