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  • Isabella Giomi

In caduta libera: Imparare a fallire


Foto di Sara Lorusso

“Non hai fatto abbastanza”, quante volte te lo sei detto? Per quanto tu riesca talvolta a ingannarti, pensando di poter fare qualsiasi cosa in qualsiasi momento e al meglio delle tue possibilità, ci sono sempre periodi nella tua vita in cui l’andamento delle cose non soddisfa le tue aspettative.


Quando sperimentiamo il fallimento, lo viviamo nel profondo come una situazione critica, in cui il nostro amor proprio e la fiducia in noi stessi possono subire un duro colpo, portandoci a navigare intensi sentimenti di tristezza, imbarazzo e delusione. È così che, preda dei condizionamenti di una società performativa che ci vuole sempre un passo avanti a tutti gli altri, finiamo per lasciarci guidare dalla mentalità tossica del voler essere i primi ad arrivare. Non siamo più in grado di muoverci al nostro ritmo, di rispettarlo, e di riconoscere il diritto e il valore, talvolta, di non farcela.


La verità, infatti, è che il fallimento è effettivamente inevitabile e non dovrebbe essere disapprovato troppo duramente, ma piuttosto accolto come una preziosa opportunità di apprendimento, che rappresenta una parte fondamentale del nostro percorso di vita e della nostra evoluzione. Il primo passo per essere felici, è nell'imparare a fare del fallimento, e dell’amarezza che ne consegue, un punto di partenza, e non un luogo da evitare. Il fallimento non è un passo indietro, ma anzi un trampolino di lancio per iniziare un cammino significativo verso la versione migliore di noi stessi. Superare la paura del fallimento è il primo passo per imparare a uscire dalla nostra zona di comfort, sederci con le nostre ombre, e varcare la soglia della crescita personale.


Per quanto spesso possa sembrare difficile rialzarsi dopo una caduta, il suolo su cui sei atterrato è un luogo in cui non esiste giusto o sbagliato. Un luogo in cui imparare a osservare, a restare in ascolto e a essere gentile con te stesso. Invece di allontanarti da lì e trincerarti nella sconfitta, prova a camminare lungo la sua superficie, esplorane i confini, aprendoti con fiducia al processo che stai attraversando, e permettendoti di vivere la tristezza come nient’altro che una contrazione di dolore che precede la tua rinascita.


È nell’oscurità che germogliano i semi, e allo stesso modo, nel vivo dei tuoi momenti più bui, ci sono ponti che ti collegano con la trasformazione. Lascia che la mente si apra a questa visione, che la tua percezione si liberi da pensieri caotici e senza fondamento, e invita te stesso ad attraversare questi ponti, accogliendo l’amore in qualsiasi forma possa apparire, con gratitudine. Oggi potrebbe non essere il giorno in cui arriveranno le risposte, ma è il giorno migliore per lasciare che i tuoi sentimenti si aprano alla vastità delle domande. 

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